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domenica 19 aprile 2009

Merino come Maradona, la Salernitana torna a vincere

Battuto l’Albinoleffe (4-2) dopo una gara avvincente ma è il gol del peruviano a infiammare l’Arechi

iunco Importante vittoria della Salernitana che ha battuto l’Albinoleffe all’Areechi (4-2) al termine di una gara avvincente. Una vittoria fondamentale per tentare di evitare i play out e approdare alla salvezza diretta. E stato il giorno di Merino, il peruviano che Castori teneva lontano dal campo di gioco. Ha segnato un gol, il quarto, alla Maradona, con un tiro da metà campo che ha sorpreso il portiere avversario. Un guizzo che ha infiammato l’Arechi. Martedì si gioca di nuovo. I granata saranno impegnati sul campo di Rimini.

 

merino fusco RAFFAELE SCHIAVONE Salerno. Roberto Ramirez Merino e Emmanuel Jorge Ledesma: appassionati del calcio tenete bene in mente questi due nomi. Soprattutto, il «Maradona delle Ande» come viene definito dalle sue parti il piccolo fantasista peruviano, arrivato a gennaio grazie all'intuizione del presidente della Salernitana, Antonio Lombardi. Gran parte del merito per la vittoria ottenuta roberto merinocontro un allibito Albinoleffe che rilancia i granata nella  corsa per la salvezza, va attribuito proprio a Merino. Dribbling, velocità, tecnica e recupero di palloni: tutto il repertorio di un campione. Classe '82, è stato lanciato per necessità nella mischia da Fabio Brini dopo una mezz'ora di gioco e che, il suo predecessore, Fabrizio Castori, aveva, invece, tenuto in naftalina facendogli solo giocare degli ledesma spezzoni di partita. Lo stesso dicasi per Ledesma, altro fantasista, doppio passaporto (è italo argentino), cartellino di proprietà del Genoa, giunto sempre a gennaio su segnalazione di «un amico della Salernitana» che vive e lavora nel capoluogo ligure, che lo aveva consigliato a Lombardi. Brini, al secondo esordio sulla panchina granata (con la Salernitana aveva conquistato la promozione in B nella scorsa stagione) si è trovato a dover fronteggiare subito l'emergenza. Otto i giocatori assenti tra squalifiche e infortuni, compreso Di Napoli. Il tecnico granata ha così schierato una squadra molto accorta, impostata sul modulo 4-4-2 con il rientro di capitan Fusco dopo un mese di stop a dirigere la difesa, Ciaramitaro nel ruolo di regista e in avanti l'inedita coppia formata da Iunco e Ganci. Granata subito in gol (3'): Russo butta un pallone in mezzo all'area avversaria, Ciaramitaro di testa smarca Iunco, tocco di destro e Narciso è scavalcato dal pallone. La Salernitana soffre il possesso palla avversario. Ciaramitaro si limita a controllare alla distanza il suo dirimpettaio, Previtali. E lo fa anche quando (34') l'avversario batte velocemente una punizione a metà campo, serve Cellini che brucia sullo scatto Cardinale e depone il pallone in rete. Brini è costretto a sostituire l'infortunato Iunco con Merino. Il peruviano ben presto comincia a prendere per mano la squadra. Ma è Russo a confezionare, quattro minuti prima del riposo, un assist al bacio per Ganci che trova il 2-1. La ripresa inizia con due azioni show di Merino che strappano applausi alla torcida granata. Nella seconda (10') lancia a rete Ganci, messo giù senza complimenti da Narciso. Rigore netto e cartellino rosso per il portiere bergamasco. Scarpa, però, si lascia parare il tiro. Otto minuti e la Salernitana viene subito punita: cross di Laner, Ruopolo svetta più in alto di Russo e deviazione aerea che beffa un incerto Berni. Entra Ledesma al posto di Ciaramitaro. La manovra trova spazio sia lungo l'out destro dove incide l'italo argentino sia per vie interne dove a smistare palloni ai compagni ci pensa il peruviano. Ed è Merino a impostare l'azione del terzo gol: allungo per Ganci bravo ad ammaestrare la sfera e tocco per l'accorrente Ledesma: stop e sinistro a girare con pallone piazzato nell'angolino opposto. Cinque minuti dopo la «pennellata» da grande artista del calcio di Merino: il peruviano recupera pallone a metà campo su Gabionetta, avanza di un paio di metri, alza la testa, nota Coser fuori dai pali e pallonetto mancino che beffa il portiere avversario. Finisce nell'apoteosi con i due «pupilli» del presidente osannati dai tifosi granata.

fonte ilmattino.it

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