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sabato 28 novembre 2009

SEMPLICEMENTE:LIBERATE LA SALERNITANA DA TAL MALE, PRIMA CHE SIA, DAVVERO TROPPO TARDI!!

Fine della storia…

Dopo cinque anni trascorsi ad assistere a spettacoli indecorosi,   e’ giunto il tempo della rinascita.

Cinque anni trascorsi all’insegna della precarieta’,  di false speranze,  di umiliazioni e tribolazioni.

Ora basta,  la misura e’ colma, le coronarie hanno patito fin troppo.

Nel calcio,  la sconfitta deve essere accettata secondo i canoni della lealta’ sportiva, ma  il motto di De Coubertein,  a Salerno,  non ha ragione d’essere.

Partecipare per essere umiliati,  bistrattati,  da squadre modeste,  e’ un oltraggio alla  competenza di una piazza che con grande civilta’ e sportivita’,  vive con  amarezza una situazione paradossale.

La Salernitana si e’ trasformata nell’armata brancaleone,   con Grassadonia nelle vesti di Oronzo Cana ed il povero Merino a fare le veci di “Aristoteles”.

Facile intuire chi tra i calciatori granata,  sia compatibile con le caratteristiche dei vari “Speroni,  Magrini e Crisantemi”,  ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta.

Dal 5-5-5 di Oronzo Cana’  al gioco “spumeggiante” di Cari,  passando per Brini e Grassadonia,   non c’e’ che dire,  una vera e propria “delizia”  per gli avversari, s’intende.

Peccato che non siamo nella parodia del pallone e che Salerno e la Salernitana siano una cosa seria,  ma ci sono tutti gli estremi per produrre un film dal titolo”Liberate la Salernitana” con primo attore Lombardi e aiuto regista, il signor,  Acri.

Sullo sfondo, il dramma sportivo di una Salerno che mastica di calcio,  costretta a vedere giocatori privi di fondamentali,  senza anima,  cuore,  completamente estraneati dalla realta’ che li circonda,  come se tale scempio non fosse ad essi imputabile.

D’altronde come dargli torto,  con una societa’ impelegata in processi giudiziari,  civili,  liti societarie,  che fatto salvo il principio garantistico della non colpevolezza,  fino a sentenza passata in giudicato,  fanno da contorno ad un modo di gestire negligente ed imprudente, l’azienda calcio.

Di azienda c’e’ ben poco nella Salernitana,  cosi’ come e’ del tutto avulso dalla concezione lombardiana,  il nesso tra ricavi e profitti.

La societa’ granata e’ diventata un via vai di ex calciatori,  ex direttori sportivi e protagonisti di quel mondo,  la Gea che ha prodotto la distruzione di piazze importanti e dal grande blasone.

Lombardi,  che invece di litigare con Murolo,  avrebbe dovuto affidarsi alle intuizioni dell’imprenditore di Cassino(Moriero e Giannini su tutti),  ammettere la propria incompetenza calcistica(che non costituisce certamente reato,  ma produce danni irreparabili),  progettando sull’esperienza passata,  una stagione agonistica in grado di assicurare un futuro alla Salernitana,  ha fatto di tutto per materializzare tale scempio.

IL Gallipoli,  il Frosinone,  l’Ancona,  sono soltano alcuni degli esempi di oculatezza nella gestione societaria abbinata a competenza calcistica.

La squadra dorica,  confermando in blocco il gruppo che solo nella passata stagione,  fino all’ultima gara di campionato,   ha dovuto sudare le fatidiche sette camice per salvarsi,  e’ ora in lotta per la promozione in massima serie.

Fortuna o programmazione?noi optiamo per la prima ipotesi.

IL calcio,  quando non si hanno risorse economiche,  si programma attraverso le conoscenze,  affidandosi alle idee di dirigenti esperti e ben inseriti nel sistema.

A Salerno, vige la follia allo stato puro,  il fare e disfare continuo,  in grado di produrre effetti collaterali devastanti,  debiti,    vertenze,  a cui e’ impossibile riparare.

IL presidente della Salernitana,  che ha sempre dichiarato il proprio amore per la casacca granata,  compia un atto di fede,  lasci la societa’,  dia alla piazza la possibilita’ di metabolizzare,  digerire questo scempio calcistico,  pensando ad un futuro che da oggi,  deve essere gia programmato, per ripartire di nuovo dal basso.

Eppure,  a zero euro,  senza un centesimo di debiti,  nessuno dei tifosi granata,  avrebbe immaginato dopo appena cinque anni di gestione, di fare i conti con carte bollate,  tribunali e Covisoc.

L’unico motivo di vanto,  non puo’ che essere il ritorno dell’Ippocampo,  segno distintivo,  forza di una fede intramontabile,  indegnamente rappresentato da calciatori che definire tali e’ un eufemismo.

Dopo cinque anni,  occorre di nuovo  ripartire da zero,  come gia’ accaduto appena qualche tempo fa, in quel di Paestum,  quando a Salerno,  i calciatori andavano in campo con casacche di colore differente.

Che ben venga tale possibilita’,  e’ il male minore,  siamo disposti a tutto, affinche’ si liberi la Salernitana e la piazza da questo scempio e fardello insopportabile.

SEMPLICEMENTE:LIBERATE LA SALERNITANA DA TAL MALE, PRIMA CHE SIA,  DAVVERO TROPPO TARDI!

 

FONTE VOCESPORT

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